Città della Pieve

Sulla via che conduce alla stazione di Città della Pieve, poco sotto la Chiesa di S.Pietro, vi è, scavata nel tufo, una grotta singolare, veramente interessante e degna di studio, con tutti i caratteri di un luogo sacro.  
La conformazione, le dimensioni e la profondità richiamano altri ipogei trattati nel nostro sito, come quelli di  Saltara (Cripta del Balì) o di Cattolica.
Nella breve visita alla città non siamo riusciti ad entrare  nel sotterraneo, ma esso è ben noto ai residenti, dubitosi per altro della sua attuale fruibilità. Le notizie di seguito riportate sono quindi tratte dalla bibliografia*
La lunghezza complessiva dell'ipogeo è di 30,50m; la profondità di circa 15m dal livello stradale. Scendendo fino a 17 metri, non si notano che due nicchie quadrangolari, con appena qualche disegno graffito molto semplice e con iscrizioni non leggibili sul fronte degli archi. A questo punto si aprono due nicchie da una banda e due dall'altra, maestosamente lavorate.
Sul fronte dell'arco che dà accesso al vuoto principale è scritto in caratteri romani "Pulcra es et decora", parole del Cantico dei Cantici, che la Chiesa riferisce a Maria. Dall'uno e dall'altro lato di questa iscrizione si trovano due monogrammi, di Cristo e della Vergine, quest'ultimo risultante di cinque lettere intrecciate che  Mons. Fiorenzo Canuti interpreta come "Beata Mater Christi"*
Dopo quest'arco si entra in un piccolo santuario che si allarga al centro in due vani, simili a due cappelle, formando nell'insieme l'immagine di una croce latina che culmina nel vuoto ellittico o abside del tempio.
Il piccolo santuario misura in totale  9.50m in lunghezza e altrettanti da una estremità all'altra delle due cappelle centrali.
Il soffitto si presenta a padiglioni con al centro il disegno di una GRANDE STELLA ROSSA AD OTTO PUNTE, con ai lati 8 formelle geometriche che riportano al centro altre 8 stelle ad otto punte. I disegni e i graffiti si estendono poi per tutte le pareti della camera.
L'ingresso della costruzione era dipinto in azzurro con stelle d'oro dando alla volta l'immagine di un cielo stellato.
Numerose sono le ipotesi sul possibile utilizzo di questa struttura sotterranea; alcuni ritengono che sia stato il nascondiglio o tempio di antichi eretici, a nostro giudizio alcuni simboli, specie le stelle rosse ad otto punte, ci rimandano al simbolismo templare.
In questo senso è da evidenziare che Città della Pieve presenta ancora i segni  dell'antica presenza di numerosi ordini monastici Ospitalieri particolarmente fiorenti nel XIII e nel XIV secolo; di seguito ne ricordiamo alcuni:
CHIESA DI SANTA MARIA DEI BIANCHI: la chiesa esisteva già nel XIV secolo, con l'annesso Ospedale, poi Ospizio. Nel XVIII secolo la chiesa fu completamente ristrutturata.
CHIESA DI SANTA MARIA DEI SERVI: fuori Porta Romana, ove è ricordata fin dal XIII secolo una piccola Chiesa dedicata alla MADONNA DELLA STELLA, SITUATA NEI PRESSI DELL'OSPEDALE DEI SANTI FILIPPO E GIACOMO. 

Città della Pieve - La Storia 
Il territorio, in età etrusco-romana, apparteneva a Chiusi. Nel VII secolo d.C. si forma il primo nucleo urbano come fortilizio longobardo di Chiusi per contrastare la bizantina Perigia.
Nel secolo VIII la Pieve dedicata ai Santi Gervasio e Protasio recupera gli ultimi pagani, creando attorno a sé un borgo. Il Castello della Pieve si forma intorno all'anno Mille, con la costruzione di una nuova cinta muraria. la città, sviluppatasi verso l'alto, fin dal 1188 appartiene al dominio della Guelfa Perugia. Vi si opporrà con tenacia il Castello della Pieve, fiero del suo ghibellinismo e ben protetto da FEDERICO II DI SVEVIA. Nel 1228 l'esercito imperiale e quello di Siena si scontrano in Valdichiana contro le Guelfe Orvieto e Perugia. Un segno della presenza di Federico II permane nella conformazione delle strade della città, più larghe quelle usate dai cavalieri e più stertte quelle per i fanti o pedoni. Non a caso la forma planimetrica della città ricorda un aquila, simbolo dell'impero minacciante Roma. 
*Bibliografia 
La planimetria, le immagini e le notizie sull'Ambulacro sotterraneo sono state tratte da:
- Mons. Fiorenzo Canuti "Nella Patria del Perigino", Scuola Tipografica Orf. S.Cuore, Città di Castello, 1926, ristampa anastatica a cura di: Amministrazione Comunale Città della Piecve e Cassa di Risparmio di Perugia

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