Cerreto di Spoleto

Cerreto di Spoleto

Cerreto di Spoleto, sorge in una posizione strategica  a guardia della parte più aspra della  Valnerina in Umbria.
Attualmente è custode delle tradizioni culturali della intera valle avendo installato nello storico complesso di S. Giacomo il Centro di Ricerche Antropologiche della Dorsale Appenninica.
Il paese ancora oggi si presenta in tutto il suo antico splendore di borgo medievale, ricco di monasteri, chiese e  palazzi rinascimentali.
A Cerreto nacque Gioviano Pontano, un umanista alla corte di Napoli, ma i suoi veri figli furono i "cerretani" detti pure "ciarlatani", che facevano della loro arte di conoscere le medicine naturali, il modo per sbarcare il lunario: dove non riuscivano a curare con erbe supplivano con il loro "ciarlare". Come pure figli di questa terra di aspri contrasti furono i tanti eremiti che abitarono per secoli nelle celle e nelle grotte della Madonna della Stella.

ALCHIMISTI - SPAGIRISTI
Gli abitanti di cerreto erano dunque abili nell'Arte dell'Alchimia.
Nel vocabolario della "Crusca" del 1612 al termine cerretano viene data la seguente interpretazione: "Cerretano, colui che per le piazze spaccia unguenti, o altre medicine, cava i denti e fa giochi di mano che oggi più comunemente dicesi Ciarlatano, ...da Cerreto, paese dell'Umbria da cui soleva in antico venir si fatta gente, la quale con varie finzioni andava facendo denaro."
I Cerretani erano dunque famosi come erboristi, speziali empirici e spacciavano unguenti miracolosi ed  elisir di lunga vita, ma a cosa si deve l'origine di questa conoscenza?
Visitando il paese è facile collegare l'abilità dei cerretani nelle pratiche della spagiria con la sapiente conoscenza degli eremiti che abitarono per secoli nelle grotte di quella rude terra.
Anche le comunità monastiche di Cerreto dovettero svolgere un ruolo ben significativo nel tramandare la conoscenza delle erbe e le loro proprietà



CERRETO COME LUOGO TEMPLARE
All'interno del paese si incontrano i resti delle mura perimetrali della chiesa di San Nicola, caratterizzata dalla bicromia bianco e rosso. 
Da notare il bassorilievo dell'Agnus Dei che sorregge la croce con la zampa sinistra, contrariamente all'usuale raffigurazione che vede l'agnello supportare il vessillo con la zampa destra.
Tale anomalia è ritenuta emblema templare, come il toponimo Paterniano ancora presente in una chiesa di Cerreto dedicata proprio a San Paterniano.
Dalla pubblicazione di Anne Gilmour - Bryson "The trial of the Templars in the Papal State and the Abruzzi" (Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1992) risulta che un itinerario templare collegava Gubbio con l'Aquila interessando quindi la zona di Spoleto. Nello stesso testo un intero capitolo evoca i processi contro i Templari tenuti proprio nel ducato di Spoleto nel XIV secolo.



1 commento:

  1. Esaminando attentamente con più immagini a me appare evidente che l'agnello supporta il vessillo con la zampa DESTRA.

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